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Tutti sappiamo che le arance contengono un’elevata concentrazione di vitamina C, e che un paio di spremute al giorno sono il più efficace e naturale antidoto contro i raffreddori e le forme influenzali. La vitamina C inoltre protegge il cuore ed il sistema cardiovascolare, previene la gastrite e l’ulcera, disintossica ed incrementa le difese immunitarie dell’organismo. Pochi, invece, sanno che l’arancia rossa contiene rispetto agli altri agrumi, circa il 40% in più di vitamina C. L’arancia rossa rappresenta un vero e proprio regalo della Natura, una varietà pregiata ed unica al mondo. Unica per il gusto, innanzitutto, ma anche per l’energia e la salute che sono racchiuse all’interno dei frutti.

Il frutto fresco presenta un contenuto di vitamine di gran lunga superiore a quello del prodotto conservato (succhi pastorizzati). In particolare, “provitamina A”, “vitamina B1”, “vitamina B12”, “Biotina”, “vitamina C” e “vitamina PP”, che subiscono una riduzione del 50% durante il processo di conservazione.  Una ricerca decennale su un campione di 11.000 persone eseguita dall’Università della California ha dato ulteriore dimostrazione degli straordinari effetti benefici della vitamina C. Secondo i risultati della ricerca, consumare quotidianamente forti dosi di vitamina C può prolungare di cinque anni la vita degli uomini e di un anno quella delle donne.

PERCHE’ SCEGLIERE LE NOSTRE ARANCE ROSSE ? anche quest’anno abbiamo deciso a costo di perdere l’intera produzione, di non cederla ai commercianti del settore e di vendere direttamente ai consumatori, perchè riteniamo ingiusto che il consumatore viene ristretto al consumo frequente di agrumi per l’elevato costo che è costretto a sostenere, e non sempre sa cosa acquista e mangia.

Pertanto Le offriamo la possibilità di potere acquistare da noi diretti produttori,  i nostri eccezzionali agrumi, in modo particolare le varietà Moro e Tarocco provenienti da produzione biologica, controllata e certificata da CODEX (Organismo di controllo autorizzato dal Mipaaf IT BIO 002) così come vengono raccolti e ingabbiati.

Per il pagamento della fornitura, non ci sono problemi, può essere effettuato sia in contrassegno + € 4,00, bonifico bancario, versamento con c/c postale, ricarica postepay o tramite paypal, oppure se non ha fiducia anche dopo avere degustato le nostre arance, nel modo in cui desidera.

Olio

RACCOLTA  E  QUALITA’ DELL’ OLIO

Innanzitutto vogliamo chiarire di non essere ne grandi ne medi produttori di OLIO, forse piccoli produttori. La funzione degli ulivi nella nostra azienda inizialmente fù quella di riparare gli agrumeti dai venti che sono parecchio dannosi durante la fioritura della zagara negli alberi d’arancio.

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Quest’anno con la messa a dimora di oltre 210 piantine di ulivo abbiamo dato inizio per la realizzazione di un vero e proprio uliveto, dalle preesistenti piante otteniamo olive da cui estraiamo Olio extravergine per la totale assenza di acidità, che possiamo tranquillamente anche affermare di essere biologico in quanto gli ulivi non sono soggetti ad alcun intervento antiparassitario e di concimazione chimica, l’unico intervento è quello della potatura.

La raccolta delle olive, come tradizione vuole la iniziamo alla fine di Ottobre e la effettuiamo a mano e con appositi pettini su lunghe scale di legno

 

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e laddove non riusciamo a raggiungere i frutti, battiamo leggermente le fronde dell’Ulivo con bastoni, in modo da provocare la caduta dei frutti non raggiungibili con le scale e che poi raccogliamo uno ad uno sempre a mano, su una rete predisposta alla base dell’albero.
Questa tecnica, è la più dispendiosa, ma ci consente di raccogliere tutti frutti integri, non solo per le olive da conserva, soprattutto  per ottenere un olio extra vergine di oliva fragrante e privo di odori sgradevoli.
Qualità: I frutti durante la raccolta vengono riposti in cassette di plastica molto aereate

e  conservate in luogo fresco per un massimo di 36 ore prima di essere frante, per impedire che le olive fermentino in modo anaerobico dando origine alla formazione di alcoli alifatici che produrrebbero nell’olio difetti e in casi estremi muffa.
Alla luce della direttiva 136/6623/CEE Il Reg.CE 2568/91 e in ultimo il Reg.CE 1989/03 che individuano i seguenti gradi di acidità nell’olio:  inferiore a 0,8% olio exstravergine e fino al 2% Olio vergine, il nostro olio che otteniamo attraverso la spremitura meccanica a ciclo continuo con basse temperature (17°-21°)

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è un eccellente Extravergine in quanto l’acidità contenuta è quasi 0%, al massimo, dipende dall’annata potrebbe attestarsi allo 0,2%.
Comunque trattasi di un Olio padronale, in quanto non lo conferiamo a nessuna azienda del settore, normalmente lo cediamo direttamente nel frantoio a quanti ci fanno richiesta prima della raccolta delle olive, quello che non riusciamo a vendere direttamente in frantoio lo conserviamo a riposare in apposite vasche di acciaio ove si stabilizza, e lo vendiamo attraverso questo nostro sito a quanti ce ne fanno richiesta fino ad esaurimento.
Il nostro olio viene ottenuto dalla miscela di due varietà di olive e precisamente la nocellare dell’ETNA e della olivella che è un frutto molto piccolo, ma in assoluto il migliore da trasformare in OLIO.

Per le spedizioni, utilizziamo taniche in PET per alimenti da litri 5 che stipiamo in casse di legno robuste ove possiamo inserire fino a 5 confezioni in ogni imballaggio.

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Limoni

limoniLe piante di questo agrume, sono di eccezionale vigore e produzioni e qualità definite straordinarie.
Il limone del Siracusano è ricchissimo di succo ed oli essenziali, ha un alto contenuto di acido citrico e vitamina C e presenta caratteristiche qualitative di pregio costanti, tali da essere riconosciuti ed apprezzati da oltre un secolo dai consumatori in molte parti del mondo”.
La provincia di Siracusa è luogo di eccellenza per alcune produzioni tipiche legate ad una straordinaria tradizione storica e culturale. Il limone di Siracusa è, tra queste, forse la più importante.. La coltura del limone si estende lungo la fascia costiera dei comuni di Augusta, Melilli, Priolo, Siracusa, Avola, Noto e Rosolini.
Nella zona interna è interessata una parte dei comuni di Lentini, Floridia, Solarino e Sortino.
Nel bacino del Mediterraneo il limone ha trovato notevole interesse colturale e commerciale. La Sicilia rappresenta il centro limonicolo più importante del Mediterraneo, con una produzione di circa il 50% del totale.  Le cultivar di limone si differenziano per molti caratteri, ma non esiste tra di esse un’eterogeneità marcata come nel caso di altri agrumi, quali mandarini, aranci.
In Passato quando l’industria dell’estrazione dell’acido citrico era fiorente, molta importanza si dava alla percentuale di acido presente nel succo e per questo motivo le cultivar siciliane erano considerate tra le migliori. Oggi, con la produzione sintetica dell’acido citrico, si dà molto meno risalto al suo contenuto nel frutto e si pongono maggiormente in evidenza altri attributi commerciali, quali succosità, assenza di semi, spessore e rugosità della buccia, uniformità del prodotto.
Femminello comune: è’ la cultivar più nota e diffusa in Sicilia dove esistono numerosi cloni che si comportano in maniera diversa in relazione alla produttività, alla qualità dei frutti e alla resistenza al mal secco.
La sua origine è sconosciuta, ma lontana, infatti si ritiene che il ”Femminello” sia una delle prime introduzioni di limoni in Sicilia. Il ”Femminello comune” è una cultivar altamente rifiorente con elevate capacità di allegagione. Il frutto è molto variabile per dimensione, forma, spessore della buccia, numero di semi, percentuale e composizione del succo. Tale eterogeneità dipende oltre che dalle differenze clonali anche dalla diversa epoca di fioritura. In Sicilia sulla cultivar ”Femminello” si possono elencare 5 fioriture a cui corrispondono fruttificazioni che assumono particolari denominazioni.
La fioritura più importante, per quantità di fiori avviene in aprile e da frutti che maturano tra ottobre e marzo, essi hanno un epicarpo piuttosto rugoso, acidità elevata, semi presenti in numero variabile e sono noti commercialmente con il termine di ”primo fioree o di zagara bianca”.
Alla massiccia fioritura di aprile fa seguito quella compresa tra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Questi fiori pur essendo morfologimante simili a quelli di aprile, danno luogo a una fruttificazione con caratteristiche diverse. I frutti che si chiamano ”maiolini”, ”Biancucci” o ”bianchetti” hanno buccia poco rugosa di colore giallo pallido, un umbone appuntito, minor numero di semi e una più bassa acidità rispetto al primo fiore. La maturazione avviene nei mesi di aprile e maggio. Alla fioritura da cui si ottengono i maiolini segue quella estiva di luglio e agosto. Questa fioritura si realizza spontaneamente ma, può essere esaltata con la forzature, che consiste nel sospendere le irrigazioni per due o tre mesi. i frutti di questa fioritura sono i verdelli che giungono a maturazione l’estate successiva.
In autunno il limone ”femminello” rifiorisce, specie col verificarsi di condizioni atmosferiche favorevoli. I fiori di questa fioritura sono scarsi e si formano scalarmente. La fecondazione è molto lenta e spesso non si conclude positivamente, perciò, i frutti sono generalmente apireni. Questi frutti sono noti con il nome di ”bastardi” . Hanno buccia liscia di colore giallo carico. Alla fine dell’inverno (fine febbraio-marzo) si formano altri fiori da cui si originano frutti denominati ”marzani”. I marzani non sono mai numerosi. Hanno forma più o meno tondeggiante, buccia rugosa, umbone largo e schiacciato, acidità elevata e semi più o meno numerosi.
Femminello sfusato: questa cultivar è presente principalmente in provincia di Siracusa. Si differenzia dal femnminello comune per pochi caratteri. La caratteristica che meglio la distingue dalla cultivar precedente sta nel frutto invernale, che è più allungato, con umbone prominente ed attaccatura peduncolare pronunciata, inoltre, presenta buccia moderatamente rugosa,succosità e acidità elevata e semi raramente numerosi. Anche questa cultivar fornisce diverse fioriture e fruttificazioni .Particolarmente apprezzata, sotto il profilo commerciale la produzione di ”primofiore”, che è molto precoce.
I differenti impieghi
Al di là del consumo del frutto fresco per uso alimentare e culinario, il limone può essere utilizzato in vari modi. E in particolare:
– la polpa viene utilizzata per estrarre il succo di limone, che ha molteplici utilizzi in ambito alimentare, chimico (acido citrico), farmaceutico, ecc.
– la scorza o buccia viene utilizzata per estrare l’olio essenziale.
– i semi possono essere utilizzati come pectine o per produrre l’olio
Il succo di limone
La produzione del succo di limone a livello industriale comporta la messa in opera di procedimenti più elaborati. Vediamo quali.
Il limone deve essere innanzitutto igienizzato e lavato con disinfettanti a base di sali quaternari d’ammonio. Quindi, viene tagliato lungo la sezione equatoriale e privato della polpa, utilizzando macchine simili a fresatrici. Il succo può essere consumato così come è, oppure, previa pastorizzazione,omogeneizzato, filtrato e de areato.
Il concentrato (di qualità inferiore, dal punto di vista organolettico, rispetto al succo naturale fresco o confezionato) si ottiene da congelamento frazionato, asportando via via il ghiaccio o portando il succo a basse temperature, per sublimare il ghiacchio con evaporatori sotto vuoto (succo liofilizzato).
Scheda tecnica
Il succo costituisce circa il 40-50% della massa del limone d’origine e ha le seguenti caratteristiche chimico-organolettiche:
• Colore: giallo-verde
• Sapore: agro
• Composizione chimica: 5-7 acido citrico, acidi organici liberi e combinati. 2 — 3 zuccheri, sostanza azotate (specialmente la vitamina C o acido ascorbico).
I molteplici modi di impiego del succo di limone:
a) a crudo si usa in generale come condimento di cibi e bevande;
b) come disintossicante e diuretico nelle diete;
c) come bevanda calda o fredda
d) per estrarre l’acido citrico
e) come detergente naturale nella pulizia della casa e in tanti altri rimedi ‘fai da te’…
Inoltre il pastazzo, che è ciò che resta dopo la lavorazione di estrazione del succo, viene solitamente dato in pasto al bestiame. Ma, fresco o essiccato, costituisce anche un’ottima materia prima (insieme ai semi) per l’estrazione delle pectine.
Estrarre l’olio essenziale
L’olio essenziale di limone viene estratto dalle scorze del frutto, porose e aromatiche, attraverso vari metodi:
Manualmente con un processo di spugnatura (tecnica utilizzata una volta e ormai in disuso); una volta diviso a metà il limone, si premeva con forza la scorza (staccata dal frutto) su di una spugna, che a sua volta veniva spremuta per rilasciare il liquido oleoso assorbito. Sebbene il succo così ottenuto fosse di buona qualità, per esigenze di domanda del mercato e di economia, si è oggi passati ad altri metodi di estrazione con mezzi meccanici. La scelta della tecnica estrattiva, naturalmente, determina in qualche misura sia la qualità delle essenze estratte, sia i costi di estrazione, sia la resa estrattiva. › a pressione con spremitura a freddo (per sfumatura e raspatura) i limoni interi vengono introdotti in macchine dette “sfumatrici” che raschiano e comprimono leggermente la superficie esterna della scorza; in tal modo le ghiandole oleifere si aprono e fanno fuoriscire l’essenza. La tecnica di spremitura a freddo delle bucce produce un olio di alta qualità (anche perché il mix terpenico non viene alterato da trattamenti termici), ma le rese sono basse. Con questi sistemi viene estratta anche dell’acqua che deve poi essere separata per centrifugazione. Un’altra tecnica di estrazione dell’olio essenziale di limone è la spremitura mediante torchio idraulico: con questo sistema i limoni vengono precedentemente sminuzzati e la massa melmosa che scola dal torchio viene poi distillata in corrente di vapore a pressione ridotta. Il residuo della centrifugazione e distillazione serve per la produzione dell’acido citrico o del citrato di calcio.
Di qualità ancora superiore è poi l’olio essenziale deterpenato, che ha una resa aromatica di ben 15 volte superiore all’olio essenziale normale e, ovviamente, ha anche un costo maggiore. Se l’olio viene deterpenato, cioè privato, per distillazione, dei terpeni costitutivi (deterpenizzazione), può essere utilizzato sia per estrarre solventi sia sottovuoto, in ambito cosmetico e alimentare.
Il liquido oleoso estratto – di colore giallo, dalla fragranza esperidia e dal sapore citrato con retrogusto amaro e bruciante – è solubile in alcool ed è costituito prevalentemente da limonene (o terpene). Tra gli altri componenti: canfene, pinene, fellandrene, terpinene, cimene, idrocarburi monoterpenici, alcoli, aldeidi (citrale, geraniale), cumarine e furanocumarine.
Scheda tecnica
Costituenti principali: Limonene (60-69%), Acetati di Linalile e Geranile, Terpinene, Sabinene, Pinene, Citrale, Linalolo, Ottanolo, Citronellale, Bergamotene, Nonalolo, Mircene, Calcio Ferro, Silice, Fosforo, Rame, Manganese, vitamine (B1, B2, B3, A, C).
Metodo d’estrazione: spremitura a freddo Momento balsamico: primavera Resa in essenza: 0,3-0,5 Intensità dell’odore: 4 Densità: 0,85-0,86
Gli usi
L’olio essenziale di limone viene ampiamente utilizzato in ambito alimentare, farmacologico e cosmetico come aromatizzante per cibi, liquori, bibite, medicamenti e profumazioni.

 

Tenuto conto delle crescenti richieste pervenutoci, anche questa estate, in collaborazione con una azienda agricola dei monti Iblei, abbiamo raccolto dell’ORIGANO selvatico, che qui in SICILIA è una pianta erbacea perenne comune nei luoghi collinari e soleggiati.

 

La definizione letterale dell’origano selvatico è “Origanum vulgare L.”, piantina dal fusto rossastro, ramificato nella parte superiore, alto fino a 80 cm., con foglie opposte, picciolate, di tipo ovale o elittico. I fiori (luglio-agosto) sono piccoli, di color rosa o rosso, riuniti in pannocchie sommitali.

Essendo una pianta spontanea, non ha bisogno di alcun trattamento, è un prodotto biologico per eccellenza, anche perchè lo abbiamo raccolto lontano da coltivazioni trattate con prodotti chimici e lontano da strade per evitare la presenza di piombo tetraetile rilasciato dai gas di scarico degli autoveicoli, come tradizione vuole, è stato raccolto dopo il tramonto e seccato all’ombra per non perdere la sua colorazione originale, inoltre la scozzolatura delle foglioline è stata effettuata a mani per evitare di perdere la sua fragranza.

L’origano selvatico è una spezia, conosciuta ed apprezzata soprattutto per il suo uso in cucina. le sue foglioline infatti aggiunte a fine cottura donano un’aroma inconfondibile per aromatizzare carni, pesci, e formaggi, rende ogni piatto più saporito e vivace, lega in particolar modo insieme a pomodoro, olio e sale, uova, carni, patate bollite, nei sughi, nelle insalate, e nelle zuppe di pesce. è buonissimo con la carne alla griglia e arrosto, con il pesce e i crostacei e alla tanto amata pizza di cui facilita la digestione (infatti sembra esercitare un’attività stimolante per la produzione di bile).

Accanto a questa vocazione culinaria l’origano nasconde virtù salutari, sin dall’antichità gode fama di antisettico ed antivirale, già utilizzato nella Cina dei secoli scorsi. Era un rimedio tradizionale per problemi dell’apparato respiratorio, febbri ed affezioni varie.

CONSIGLI PER USO TERAPEUTICO:
DECOTTO CONTRO IL CATARRO
:- Versare 15 gr. di sommità fiorite e foglie d’origano in mezzo litro di acqua. Bollite per 5 minuti e poi filtrate.

DECOTTO CONTRO L’ASMA: – Fate bollire per 10 minuti in un litro d’acqua 30 gr. di sommità fiorite d’origano. Filtrate il liquido quando è tiepido, addolcitelo con miele e bevetelo durante la giornata.

L’origano può essere spedito confezionato in boccette di vetro per non perdere la fragranza dal peso netto di gr. 40.

Il costo boccetta in vetro da gr. 40  è di €  3,00

Ogni anno nel mese di Aprile trattiamo la raccolte di mandorle nella provincia nord di Siracusa tra i comuni di Cassaro e Ferla su monti Iblei. Ci siamo rivolti ad un laboratorio artigianale del luogo per farci preparare con le nostre mandorle, i panetti di pasta di mandorla da 250 gr.  nella speranza di trovare clienti interessati. Possiamo assicurare che le mandorle non vengono trattate, e se ne ha fatto già uso, si accorgerà immediatamente della differenza tra la pasta di mandorle presente nei supermercati e questa realizzata come tradizione artigianale vuole con mandorle dolci dei monti Iblei nella percentuale del 25%.
Il Mandorlo è originario dell’Asia centrale – deve ai Greci la sua diffusione nel bacino del Mediterraneo, tra il V e il IV secolo a.c., in Sicilia, tra le province di Siracusa e Ragusa, ha trovato il suo habitat ideale, da diventare un marchio conosciuto in tutto il mondo. Ogni anno, tra la prima e la seconda domenica di febbraio, Agrigento si pone al centro del mondo con la Sagra del Mandorlo in Fiore, con il Festival Internazionale del Folklore.
“ Le mandorle” costituiscono un vero concentrato energetico e calorico: sono particolarmente ricche di calcio e perciò utilissime nella calcificazione delle ossa (consigliate quindi alle donne in gravidanza o in menopausa), hanno proprietà antisettiche e remineralizzanti, emollienti e lassative, energetiche e ricostituenti. Il particolare e originale equilibrio di minerali, vitamine, proteine e grassi, ne fanno soprattutto un rinforzante del sistema nervoso, costituendo un sano e saporito antidepressivo naturale.
La mandorla dolce contiene dai 18 ai 22 gr di proteine, 54-55 gr di grassi (in larga parte insaturi), 19-20 gr di carboidrati e circa 12 gr di fibre, la vitamina E è dai 23,6 ai 26 mg su 100 gr di prodotto edibile, il minerale più rappresentato nella mandorla è il magnesio (100 gr di mandorle sgusciate ne contengono 270 mg circa). Il ferro è circa 3 mg, il calcio 220 mg.
Le mandorle sono un ingrediente molto utilizzato in diverse cucine tradizionali, sia nel dolce e sia nel salato, si raccolgono a mano tra aprile e luglio.
Qui in Sicilia, Una tra le bevande più dissetanti è il latte di mandorla, utilizzata soprattutto nelle calde estati dei Paesi Mediterranei e, contemporaneamente molto energetica (contiene una significativa percentuale di proteine, vitamine del gruppo B1 e B2, ferro e calcio).
Le mandorle si spellano, dopo averle immerse in acqua bollente, si pestano e si lasciano riposare 12 ore in una terrina coperte da acqua fredda. Dopo aver filtrato il composto con una tela a trama larga si porta il liquido ad ebollizione con lo zucchero per circa 10 minuti. Lo sciroppo va servito allungato con acqua freschissima.
Con il latte di mandorla si prepara anche la granita di mandorla, tipica prelibatezza siciliana.

Panetto di PASTA DI MANDORLA da GR. 250  €  3,00

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